Ismea, Puglia: in aumento la produzione di olio d’oliva

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olivoIsmea, in collaborazione con Cno e Unaprol, a fine gennaio ha ritoccato verso l’alto le previsioni di produzione di olio d’oliva in Puglia per la campagna in corso. Il dato è in controtendenza rispetto alla situazione nazionale che vede attestare i volumi, secondo la nuova stima, poco al di sotto delle cinquecentomila tonnellate, con una perdita del 6% rispetto alle 513 mila indicate nell’ultimo dato fornito dall’Istat per il 2010.

Rispetto alla ricognizione effettuata ad ottobre si evidenzia una lieve crescita delle stime per la Puglia (+3%), alla quale si accompagna una crescita seppur minore per Calabria e Sicilia. Il loro risultato ha attenuato la perdita consistente che si stima dalla Campania in su, con il Centro-Italia che sembra perdere oltre un terzo rispetto allo scorso anno. Ad interrompere la sequenza di segni negativi anche la Liguria.

Per la Puglia Ismea fa una netta distinzione tra le due anime dell’olivicoltura regionale: la settentrionale e quella salentina, differenti da sempre in termini strutturali e, in genere, non correlate sotto il profilo del risultato produttivo.

Secondo Ismea, quella in corso è una campagna la cui stima è determinata da un’attenta ponderazione di situazioni contrapposte non solo tra le diverse province, ma tra areali anche contigui. All’incremento piuttosto significativo delle province del Nord della regione, soprattutto in alcune zone del Barese e della provincia di BAT, si contrappone una decisa frenata del Salento. Questo, se da un lato porta a stimare una produzione quantitativa dell’intera regione di poco superiore a quella dello scorso anno, dall’altro fa sì che cresca notevolmente la percentuale del prodotto extra. Anche nel Salento, peraltro, dove tradizionalmente è alta l’incidenza del lampante, per quest’anno Ismea stima una acidità media meno elevata.

Scendendo nel dettaglio delle singole province si evidenzia una crescita a due cifre della produzione foggiana. Che l’annata sarebbe stata buona lo si è visto dalle prime fasi. Le numerose piogge hanno favorito la fioritura, tenendo anche conto che questo in molte aree è anche l’anno di carica. Ottima l’allegagione, anch’essa favorita dalle precipitazioni considerevoli. Alcuni problemi si sono manifestati in fase di fruttificazione a causa della persistente siccità. E qui il risultato produttivo è stato salvato totalmente negli impianti irrigui, mentre laddove non si è ricorso alle irrigazioni di soccorso gli uliveti non hanno ottenuto i risultati sperati. L’aumento sembra più accentuato nella zona del basso Tavoliere rispetto a quella del Gargano, con una qualità comunque eccellente. A questo ha contribuito anche la quasi assenza di attacchi parassitari.

Bene, anzi ottimamente, nel Barese dove non si sono rilevati particolari problemi né in fioritura, né in allegagione, favorite anche dal clima mite. Le piogge di settembre, poi, hanno ridato vigoria alle piante che avevano sofferto lo stress idrico estivo, permettendo una buona fruttificazione. Anche nella provincia, pur restando mediamente in una situazione di crescita produttiva, si hanno delle differenziazioni. Nell’areale di Bitonto, ad esempio, si avrà un incremento più attenuato rispetto ad altre zone provinciali.

Ottime le attese anche nella provincia di Bat, dove l’anno di carica e l’ottima fioritura negli uliveti hanno fatto ben sperare fin dalle prime battute. A questo si è aggiunta un’ottima allegagione dei frutticini, favorita da un buon tasso di precipitazione, ed anche la fruttificazione non ha avuto particolari problemi. Dopo le piogge di inizio autunno, si è creato qualche allarme per la mosca, contro la quale, peraltro, i trattamenti effettuati sembrano aver riportato tutto sotto il livello di allarme.

Buona l’annata attesa anche in provincia di Taranto e nella parte nord di quella di Brindisi.

Scendendo verso il Salento, invece, si evidenziano produzioni anche dimezzate rispetto allo scorso anno. Ad un’annata che si presentava già di scarica si è aggiunta la persistente siccità. Questo tipo di clima ha creato il terreno favorevole alla lebbra dell’olivo. Buone comunque le attese sulla qualità del prodotto sia nella parte alta della piramide qualitativa che nei segmenti più in basso.

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