Accordo UE-Marocco: preoccupazioni in Sicilia

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Marocco ridCrescono le preoccupazioni in Sicilia per gli effetti dell’accordo UE-Marocco, approvato dal Parlamento Europeo il 16 febbraio 2012, che liberalizza, in parte, il commercio di prodotti agricoli e della pesca. L’accordo prevede l’aumento delle quote di scambio per una serie di prodotti che potranno essere importati a tariffe doganali basse o pari a zero e rappresenta una tappa verso un accordo di libero scambio.

Alla questione, che riguarda fortemente anche il sistema agroalimentare pugliese, si è interessata da vicino Confagricoltura Puglia che ha avviato una serie di iniziative, consultabili nella sezione dedicata.

E’ stata presentata all’Assemblea Regionale Siciliana una mozione sull’accordo euromediterraneo con il Marocco affinché ci si attivi, alla luce dell’imperante crisi economica, a far scattare le norme di salvaguardia in base all’articolo 7 dell’accordo stesso. Ciò al fine di tutelare il settore agroalimentare siciliano considerato che presto le produzioni marocchine di pomodoro, peperoni, zucchine, fragole, arance aumenteranno vertiginosamente aggredendo il mercato comunitario. Anche altre produzioni, come uva da tavola, patate, meloni e angurie si apprestano ad invadere il mercato siciliano.

Con la mozione, che sarà portata alla valutazione dell’Ars, si chiede al Governo regionale di intraprendere forti e risolutive azioni in ambito nazionale ed europeo per attivare le misure di salvaguardia previste dall’art. 7 dell’accordo e per monitorare gli sviluppi dell’intesa commerciale soprattutto per quel che riguarda eventuali frodi e violazioni. Al Governo regionale si chiede inoltre di rinegoziare con la Comunità Europea forme di indennizzo per i danni subiti dall’accordo euromediterraneo, aprendo nuovi scenari per le quote latte, per la ristrutturazione dei debiti a breve, medio e lungo periodo da parte delle imprese zootecniche, per l’elevazione del limite del de-minimis da 7500 € per l’azienda primaria, e 200.000 € per le aziende che effettuano commercializzazione, a 50.000 € e 500.000 €.

Testo della mozione

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