Rossi: «Con la Pac rischio abbandono per l’olivicoltura pugliese»

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olivi«Se la riforma della politica agricola comunitaria dovesse essere varata così come appare nella proposta del Commissario Dacian Ciolos, in Puglia abbandoneremmo l’olivicoltura: non avremmo alternative. Già oggi le aziende sono al limite della soparvivenza economica».

E’ il grido di allarme di Donato Rossi, imprenditore agricolo professionale di Canosa e presidente della sezione economica olivicola di Confagricoltura Puglia.

«La rovinosa ricaduta non sarebbe solo economica ma anche ambientale e paesaggistica: gli olivicoltori svolgono, tra l’altro, il ruolo di guardiani del territorio. Se l’olivicoltura fosse abbandonata, gli alberi simbolo del Mediterraneo verrebbero espiantati e il volto della campagna pugliese subirebbe uno stravolgimento».

«La Pac per l’olivicoltura – continua Rossi – avrebbe dovuto prevedere sostegni ancorati ai costi vivi di produzione, come quelli di carburanti, antiparassitari e concimi». Nella Pac appare iniquo standardizzare gli aiuti, a prescindere dai costi di produzione: «Di certo le colture specializzate come l’olivicoltura richiedono assistenza, manodopera e applicazioni agronomiche specifiche. Necessità che comportano costi elevati».

 

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