Durum Days, Schiavone (Confagricoltura): “Italia primo trasformatore di grano duro. Rafforzare i rapporti tra i singoli attori della filiera per darle più valore”

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“Finalmente iniziano a registrarsi in Italia timidi segnali di calo dell’inflazione, ma per il momento questa tendenza sta avendo un impatto prevalentemente negativo solamente sui prezzi dei prodotti agricoli, in particolare del grano duro. Invece, il costo dell’energia, seppur diminuito, continua ad essere nettamente superiore al livello precrisi”.

Così Filippo Schiavone, componente della Giunta nazionale di Confagricoltura e presidente provinciale dell’associazione di Foggia, nel corso del Durum Days, l’annuale appuntamento che riunisce nel capoluogo dauno tutti gli attori internazionali della filiera del grano duro.

“Benché anche l’inflazione dei prodotti alimentari sia in flessione da ottobre ad aprile, il calo (-9,4%) è stato molto meno marcato che per l’indice generale del costo della vita nello stesso periodo. È necessario, quindi, gestire in modo responsabile il meccanismo di trasmissione dei prezzi che, nella definizione di un nuovo assetto tra industria e canali distributivi, valorizzi adeguatamente tutti gli attori della filiera, agricoltura in primis, ma assicurando benefici per tutti”.

“Questo meccanismo, se non gestito opportunatamente – ha rimarcato Schiavone – rischia di peggiorare seriamente l’approvvigionamento di grano duro. L’Italia è il primo trasformatore in Europa e non possiamo permetterci di perdere questo primato. Dobbiamo, quindi, rafforzare i rapporti tra i singoli attori della filiera, fino a raggiungere il consumatore. La filiera è realmente forte nel momento in cui si riesce a garantire valore a tutte le sue componenti”.

“Per farlo – ha concluso il rappresentante di Confagricoltura – bisogna insistere sui contratti di filiera, strumenti per potenziare l’agroalimentare italiano in una logica di lungo periodo e secondo i principi di sostenibilità e innovazione. In quest’ottica, nell’ambito del processo di revisione del PNRR, Confagricoltura ha chiesto un rifinanziamento del fondo di sostegno per i contratti di filiera. Una misura che, a fronte di meno di 700 milioni disponibili, ha visto presentare domande per 5 miliardi”.

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