Zone svantaggiate
La riclassificazione delle aree agricole svantaggiate
L’impatto del nuovo modello di sostegno sul sistema agricolo pugliese
La questione della riclassificazione delle aree agricole svantaggiate è tornata di estrema attualità alla luce delle novità introdotte dalla Comunicazione COM(2009) 161 del 21 aprile 2009 della Commissione Europea, che riforma il regime di aiuti con un nuovo sistema di delimitazione delle aree beneficiarie, ora denominate “aree agricole con handicap naturali”. I criteri biofisici proposti dalla Commissione Europea (bassa temperatura, stress termico, drenaggio, tessitura e pietrosità del suolo, profondità radicale, proprietà chimiche del suolo, bilancio idrico del suolo, pendenza) segnano un importante momento di discontinuità rispetto al sistema vigente, basato in parte su parametri socioeconomici. Si tratta di un passaggio epocale che richiede la massima attenzione dei soggetti coinvolti, anche in riferimento all’importanza che lo status di zona svantaggiata acquisirà nel contesto della riforma della politica agricola comune.
È attualmente in corso un processo di simulazione, promosso dalla Commissione, per una valutazione preventiva della fattibilità del nuovo sistema di classificazione. La sperimentazione, che in Italia coinvolge Ministero e Regioni, rappresenta una tappa fondamentale nel percorso che si concluderà con la proposta legislativa e le perimetrazioni definitive delle aree beneficiarie del regime di aiuti.
Confagricoltura Puglia, consapevole del peso che gli esisti delle simulazioni avranno nella definizione delle aree svantaggiate pugliesi, ha avviato un’attività di studio e monitoraggio per un controllo e verifica della corretta applicazione dei nuovi criteri, nella prospettiva che il nuovo regime recepisca tutte le criticità territoriali della regione. Lo studio, più che all’ottenimento di perimetrazioni definitive, certamente suscettibili di correzioni e aggiornamenti, è stato finalizzato all’acquisizione e divulgazione di conoscenza in merito agli aspetti tecnici del nuovo sistema di classificazione. La carenza di flussi di informazioni fra i vari soggetti istituzionali coinvolti è infatti apparsa, a conclusione delle attività, la principale criticità del processo di simulazione.
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