Pomodoro a rischio in Capitanata, insediato tavolo di esperti

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orobanche ridLa task-force voluta da Confagricoltura dovrà combattere la pianta infestante orobanche, ma serve l’intervento della Regione Puglia e all’Unione Europea

La pianta infestante orobanche minaccia seriamente il pomodoro da industria in Capitanata, principale bacino di produzione in Europa. Gli agricoltori sono seriamente preoccupati per la decimazione del raccolto che si è avuta già quest’anno, un allarme raccolto da Confagricoltura Foggia che ha istituito un tavolo tecnico-scientifico composto dai

ricercatori delle Università di Foggia e Bari.

Al confronto che si è tenuto giovedì 26 scorso nella sede di Confagricoltura Foggia hanno partecipato Confederazione italiana agricoltori, Confcooperative, i ricercatori e docenti del Dipartimento di Agraria dell’Università di Foggia, i prof. Emanuele Tarantino e Francesco Lops; il prof. Pasquale Montemurro del Dipartimento di scienze agro-ambientali e territoriali dell’Università degli studi di Bari, il dr. Maurizio Vurro ricercatore nell’ISPA – C.N.R. di Bari ed il prof. Agostino Santomauro del dipartimento di scienze del suolo, della Pianta e degli alimenti dell’Università di Bari. La Regione Puglia è intervenuta con il dirigente dell’Ufficio provinciale Agricoltura il dott. Antonio Ursitti.

Il tavolo ha fatto proprie le valutazioni del presidente di Confagricoltura Foggia, Onofrio Giuliano: “La politica – ha detto in apertura – deve farsi carico di trovare le risorse economiche per combattere questo flagello che colpisce al cuore il sistema produttivo, occupazionale e le specificità produttive dell’agricoltura foggiana. Un capitolo speciale chiederemo che venga aperto anche dall’Unione europea perché questa pianta infestante si sta diffondendo in tutte le regioni italiane e non solo alla pianta del pomodoro. Ma sin dalle prime battute – ha puntualizzato il presidente di Confagricoltura Foggia – dovremo cercare di attivare le procedure d’emergenza al fine di tamponare il problema nei campi e in tal senso chiederemo all’assessore regionale all’Agricoltura di attuare gli interventi più opportuni. Da parte nostra le organizzazioni professionali agricole possono sensibilizzare le aziende chimiche a studiare i rimedi per combattere la pianta infestante e chiederemo anche all’on. Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, l’attivazione di un progetto di ricerca per contrastarne la proliferazione”.

Al tavolo è intervenuto Pasquale Montemurro, considerato tra i maggiori esperti del fenomeno orobanche: “L’allerta risale al 2000, ma purtroppo non siamo stati creduti. Ora però il problema è andato oltre certi confini e va combattuto con una strategia complessa che richiede l’attivazione  dei mezzi preventivi già in uso agli agricoltori, come le rotazioni dei terreni e l’applicazione di corrette pratiche agronomiche anche se sappiamo che tutto questo potrebbe non bastare. E’ un infestante che non parassitizza solo le solanacee, per questo richiede una gestione integrata. Noi, ad esempio, abbiamo impiegato piante-trappola strategie nella rotazione. Ma anche altre tecniche come l’agricoltura conservativa e le semine su sodo possono evitare il contagio dei terreni. Ricorrere solo ai mezzi chimici – ha aggiunto Montemurro – insomma potrebbe non bastare”. Il professore del Dipartimento di scienze agro-ambientali e territoriali dell’Università degli studi di Bari a tal proposito ha però ricordato che “un’azione di contrasto seria si può attuare solo se ci saranno i finanziamenti così da fare prove in campo regolarmente validate. Se non si potrà attivare un tavolo economico – ha puntualizzato – non potremo combattere adeguatamente un problema molto serio per il futuro della nostra agricoltura”.

Il prof. Tarantino dell’Università di Foggia ha spiegato che “sono in corso esperimenti in laboratorio sull’orobanche. Tra qualche giorno – ha ricordato – andremo in campo per verificare più direttamente alcune prove che abbiamo già verificato, ma per il momento non possiamo essere ottimisti sulla riuscita dei nostri tentativi”.

Il tavolo tecnico-scientifico tornerà a riunirsi dopo il 20 ottobre questa volta a Bari, probabilmente presso il dipartimento della facoltà di Agraria oppure nella sede regionale di Confagricoltura.

 

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