Il Tribunale di Taranto rende giustizia alle aziende agricole

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tribunaleTA ridNegli ultimi anni le ispezioni INPS erano diventate lo spauracchio delle aziende agricole. L’Istituto, infatti, effettua numerose ispezioni volte a verificare il rispetto dei contratti collettivi da parte delle aziende, condizione essenziale per godere di ogni tipo di agevolazione contributiva (sgravi, fiscalizzazione, ecc.). Qualora riscontrino delle differenze, gli ispettori annullano i benefici e l’azienda si trova costretta a versare i contributi in misura piena, con l’aggiunta di pesanti sanzioni. Si possono tuttavia verificare situazioni aberranti, ai limiti del paradosso, quando vengano riscontrate differenze minime. Per evitare che anche in questi casi l’azienda debba essere chiamata a restituite tutti i benefici goduti,  nel 1993 il legislatore, modificando l’art. 6, comma 10, del D.L. 338/1989, introdusse una norma “calmieratrice”: la perdita dei benefici sarebbe stata proporzionale alla inadempienza riscontrata; accertata, ad esempio, una minor retribuzione versata ai dipendenti di 5 euro mensili l’azienda, per quel mese, avrebbe perso 5 euro di sgravi (più le sanzioni). Una norma  di buon senso, insomma, che negli ultimi tempi, tuttavia, l’INPS ha ritenuto non applicabile proprio al settore agricolo che, peraltro, è quello in cui attualmente le agevolazioni contributive sono più consistenti. Risultato: verbali monstre nei quali piccole differenze retributive determinavano debiti contributivi per centinaia di migliaia di euro.

Ora per la prima volta è intervenuta sul tema la Magistratura del Lavoro: il Tribunale di Taranto (G.L. dr. Ciquera), con la sentenza n. 6024, pronunciata il 25 settembre scorso, ha sancito l’applicabilità della norma calmieratrice anche al settore agricolo.

“Un risultato davvero importante per tutto il settore agricolo e per quello pugliese in particolare”, ha dichiarato l’avv. Francesco Stolfa del Foro di Trani che, unitamente all’avv. Martinelli ha patrocinato  l’azienda nella causa di Taranto. “Sono moltissime le ispezioni INPS che, soprattutto nella nostra regione, si sono concluse con addebiti da capogiro derivanti proprio dall’erronea interpretazione della legge. Nel caso esaminato del Tribunale di Taranto, ad esempio, un verbale ispettivo per oltre 450.000 euro di addebiti si è ridotto a circa 31.000 euro. L’interpretazione dell’istituto, oltre che errata sul piano giuridico è insostenibile su quello politico-economico: non c’è alcuna ragione, infatti, per essere tanto più severi, proprio in questo momento di crisi, con le aziende agricole che non rappresentano certo il segmento più forte del nostro sistema produttivo”.

C’è da sperare che l’INPS si adegui alla pronuncia del giudice tarantino in tutte le ispezioni in corso. Anche questo può servire allo sviluppo.

Sentenza del Tribunale di Taranto n. 6024 del 25 settembre

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