Comitato vinicolo, Confagricoltura Puglia: preoccupante frenata per i vini di qualità, reggono quelli “da tavola”

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Situazione drammatica per i vini Doc e Igt mentre va leggermente meglio per i vini da tavola distribuiti dai supermercati. Il punto della situazione è stato fatto durante la riunione del Comitato vitivinicolo pugliese, incontro che si è tenuto in tarda mattinata per discutere su alcune scelte strategiche derivanti dalla grave situazione del settore a seguito della pandemia covid-19. L’attuale situazione dunque è assolutamente catastrofica per le produzioni vitivinicole di alta qualità, i vini Doc/Igt, che stanno pesantemente patendo la totale assenza delle vendite al canale Horeca (ristoranti, alberghi, bar) completamente chiuso ormai da oltre un mese. Situazione leggermente migliore per i vini da tavola che si continuano a vendere ed acquistare presso la grande distribuzione seppur, anche in questo caso, con una flessione delle vendite. Durante l’incontro è emerso che, anche se si dovesse avviare nel medio termine la fase 2, il canale Horeca non avrebbe una ripresa consolidata nell’immediato.

“L’annata si sta presentando ottimale per una buona vendemmia sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo – dice Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia – ma c’è il grosso rischio di non poter stoccare la produzione di quest’anno perché i silos sono ancora pieni di quella 2019”. “Il commercio con l’estero dei vini di qualità è quasi del tutto bloccato e quello interno regge solo sulle bottiglie vendute nei supermercati”, continua, “È una emergenza per la quale il ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova aveva promesso un intervento con una dotazione di 50 milioni di euro come sostegno, ma di questi fondi annunciati non si ha ancora traccia”.

Sandro Candido, presidente Federazione regionale vitivinicola, mette in risalto il problema della liquidità: “Molte cantine pugliesi hanno pagato i fornitori ma i ristoranti e i bar hanno bloccato i pagamenti di merci già consegnate. Se non si interviene con misure di sostegno tante piccole aziende rischiano seriamente la chiusura”.

Allo stato, le giacenze di vino in Italia (dato aggiornato al 14 aprile) ammontano a circa 53 milioni di ettolitri di cui 5,6 milioni circa in Puglia (2 milioni di ettolitri di vini comuni e 3,5 milioni di ettolitri fra vini Doc/Igt). Negli ultimi giorni si sono accavallate video conferenze con il Ministero per verificare l’attuazione di eventuali misure di soccorso. Dal tavolo di questa mattina sono emerse azioni di impatto sui vini da tavola da attivare immediatamente.

Una è l’attivare la distillazione facoltativa che interesserebbe circa 3 milioni di ettolitri. L’altra Misura è per i vini di qualità Doc/Igt. Tenuto conto che la ripresa di questi vini non avverrà prima del prossimo autunno, è necessario intervenire a riduzione dei quantitativi di uva Doc/Igt da portare a trasformazione. Una possibile proposta è l’attuazione della vendemmia verde (la distruzione totale o l’eliminazione dei grappoli non ancora giunti a maturazione, riducendo a zero la resa della relativa superficie viticola), proposta questa che non ha attirato grandi consensi. Una terza misura è un contributo per l’abbattimento delle rese dei vigneti che producono vini Doc/Igt. Si tratterebbe di trasferire ai produttori un premio per abbattere di almeno il 10% le produzioni unitarie dei vigneti. Il premio potrebbe assestarsi a livelli interessanti (indiscrezioni parlano di 400 euro per ettaro) e la disponibilità di risorse potrebbe derivare da avanzi dell’OCM promozione e da risorse statali aggiuntive.

“È urgente sciogliere il nodo della liquidità dopo il colpo di freno per la filiera del vino pugliese dato dal lockdown– conclude Lazzàro – Un intervento tardivo potrebbe compromettere l’intero settore al quale sono legati, oltre a quello italiano, anche importantissimi mercati internazionali”

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