Comunicato stampa. Rossi e Lacenere: “Noi contro ogni forma di sfruttamento del lavoro in agricoltura. Ma segnaliamo il rischio di accessi inquisitori nei confronti delle aziende”

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rossi 03Donato Rossi e Michele Lacenere, rispettivamente Presidente di Confagricoltura Puglia e Bari, esprimono pieno apprezzamento nell’operato della magistratura alla luce dei recenti provvedimenti restrittivi della libertà nei confronti dei titolari di un’agenzia di somministrazione di manodopera.

Quanto accaduto conferma la posizione dell’associazione datoriale che riteneva gia’ due anni or sono completamente estranea l’azienda agricola coinvolta ai fatti per cui ieri sono scattati gli arresti .

Nell’ occasione l’azienda era stata indotta ad utilizzare un’agenzia di somministrazione in quanto non aveva più operai propri a disposizione per una particolare operazione colturale; in questi casi il rapporto di lavoro è instaurato tra il singolo operaio e l’agenzia a cui competeono tutti gli obblighi anche dii sicurezza.

Peccato che sono stati necessari due anni per accertare i fatti quando in quel periodo tutti si sono scagliati contro il mondo agricolo e contro le aziende.
Confagricoltura ribadisce anche oggi la perplessità sull’applicazione della nuova legge contro il caporalato evidenziando che due anni fa, se fosse stata in vigore la predetta norma, sarebbero probabilmnte scattate le manette nei confronti dei titolari aziendali per poi scoprire che erano completamente estranei ai fatti.

Nel ribadire che tutto il mondo datoriale agricolo organizzato nelle associazioni professionali è sempre stato schierato contro ogni tipo di caporalato non può non ripetersi la preoccupazione di un’applicazione poco attenta della norma con il rischio di accessi inquisitori nei confronti di soggetti sani.


Confagricoltura ha pertanto chiesto la convocazione del Tavolo permanente contro il caporalato istituito presso la Prefettura di Bari previsto da un Protocollo ministeriale ;in questa sede, presenti gli organismi di controllo politici e le istituzioni anche locali, si devono individuare i giusti spazi di applicazione della normativa.

La legge numero 199 del ottobre 2016 prevede infatti la punibilità non solo di chi recluta manodopera e quindi opera attività di intermediazione illecita ma la punibilità è estesa anche a chi utilizza la predetta manodopera e cioè alle aziende che possono essere perseguite anche quando non vi è attività di intermediazione e ove vi siano degli indici di sfruttamento individuati nella reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi o la reiterata violazione della normativa a tutela del lavoratore anche in tema di sicurezza sul lavoro.

Oltre a queste condizioni,sottolinea Confagricoltura, deve sussistere l’ approfittamento dello stato di bisogno del lavoratore e quindi l’indagine deve giungere sino ad accertare la conoscenza da parte del soggetto datoriale del particolare stato di difficoltà del lavoratore.

Un limite della norma non può non individuarsi nella circostanza che la conoscibilità dello stato di bisogno dell’ operaio può certamente avvenire nelle piccole e medie aziende agricole ove il datore di lavoro ben conosce lo stato anche patrimoniale del proprio operaio; ebbene tutto questo diventa difficile ove l’azienda assume anche più di 300 operai al giorno.

Il riferimento è a quelle grosse aziende ortofrutticole che impiegano grandi numeri di manodopera spesso di diverse province e dove il datore di lavoro non può essere a conoscenza delle particolari condizioni di ogni singolo lavoratore e quindi dell’eventuale loro stato di bisogno.

Confagricoltura assieme a CIA e Coldiretti è impegnata in questo periodo nei rinnovi dei contratti provinciali di lavoro ;vi è grande impegno e sforzo nel cercare di rendere assolutamente applicabile il predetto strumento contrattuale al fine di dare a tutte le aziende dei riferimenti precisi nel perseguimento della massima regolarità.

Si vorrebbero predisporre dei testi contrattuali semplici e chiari, anche con riferimento ai i profili professionali, evitando così situazioni di confusione nella applicazione. Non vi è dubbio che il mondo datoriale organizzato ha in questo momento assieme ai sindacati una grande responsabilità nei confronti di chi opera nel settore. Purtroppo il lavoro agricolo è fortemente condizionato da un sistema previdenziale ed assistenziale che spesso induce a situazioni di irregolarità per beneficiare di prestazioni indebite come nel caso oggetto di accertamento da parte della magistratura.

Confagricoltura infine auspica che il confronto tra il mondo datoriale e quello sindacale fornisca alle aziende agricole gli strumenti per l’affermazione non solo della piena regolarità contrattuale ma anche per evitare ogni forma di sfruttamento convinti che la Puglia agricola con le sue produzioni di eccellenza e con tutto l’impegno profuso dagli imprenditori non merita l’immagine delinquenziale che a volte traspare al pubblico.

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