RIFORMA DELLA PAC. CONFAGRICOLTURA PUGLIA: “ACCELERARE I TEMPI DI APPROVAZIONE VUOL DIRE RISCHIARE DI NON COGLIERE LE OPPORTUNITÀ PER IL FUTURO”.

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rossitg“Sulla prossima Pac non possiamo rischiare di fare passi falsi. Ne va del futuro delle nostre aziende e dell’intero comparto agricolo”. La pensa così Donato Rossi, presidente di Confagricoltura Puglia a proposito dell’annunciato possibile anticipo di discussione e approvazione della riforma di Politica agricola comunitaria per il periodo 2021-2027. La Commissione europea, infatti, sarebbe in procinto di presentare – entro il prossimo giugno – una proposta legislativa sulla quale sarebbe possibile già chiudere l’accordo entro la fine dell’anno, mentre secondo il calendario già fissato la riforma dovrebbe cominciare il proprio iter di approvazione non prima della primavera del 2019.

“I rischi di una così brusca accelerazione sono sotto gli occhi di tutti – spiega il presidente di Confagricoltura Puglia – Il primo che è stato denunciato e che ci preoccupa non poco riguarda la possibilità che si proceda, senza troppa riflessione, a una rinazionalizzazione della Pac, una cosa che noi italiani non possiamo permettere visto che la materia è competenza regionale e che, di conseguenza, rischieremmo di trovarci in un pantano identico a quello che stiamo vivendo con i Psr”.

La posizione di Confagricoltura sul tema della riforma della Pac parte da una revisione complessiva che permetta di eliminare l’eccesso di burocrazia vissuto finora. Ma non solo. Gli interventi necessari riguardano la stabilità dei mercati, la salvaguardia degli aiuti diretti, un maggiore riconoscimento del ruolo dell’agricoltura nel contrasto ai cambiamenti climatici. Ci sono poi altri capitoli aperti: il biologico, la questione Ogm e i controlli sulla sicurezza alimentare.

“Tutti temi che non possono essere trattati frettolosamente – dice Donato Rossi – Senza considerare che in generale i tavoli di concertazione dovranno rimanere aperti finché non saranno raggiunti almeno due temi fondamentali. Il mantenimento degli attuali aiuti al settore, anche in funzione del mantenimento dei livelli occupazionali, e la tutela dei nostri prodotti, specie per quel che riguarda le produzioni mediterranee”.

 

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