Lievi violazioni contrattuali: salvi gli sgravi fiscali agricoli. Confagricoltura Puglia soddisfatta

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Bucci-Ass-5-lug12Un’iniezione di fiducia per gli imprenditori agricoli. Negli ultimi anni le ispezioni dell’Inps sono diventate un vero incubo: la benché minima violazione (versare al lavoratore anche un solo euro in meno rispetto a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale) comporta la sospensione di ogni tipo di agevolazione contributiva (sgravi, fiscalizzazione, ecc.), il versamento pieno (senza l’abbattimento del 40 per cento) dei contributi, oltre a pesanti sanzioni. L’azienda è condannata a restituire tutti i benefici ricevuti, con effetto retroattivo, per i cinque anni trascorsi.

Con la sentenza 6024 del 25 settembre scorso, emessa dal giudice del lavoro, Raffaele Ciquera, del Tribunale di Taranto, le cose potrebbero cambiare in maniera radicale: gli ispettori dell’Inps non potranno con certezza far decadere del tutto dagli sgravi le aziende responsabili di lievi violazioni del contratto collettivo nazionale.
Ma è necessario sottolineare che, con il verdetto, viene sancita l’applicabilità della norma calmieratrice anche nei campi: un riconoscimento di notevole importanza. Non si comprendeva perché le aziende agricole non potessero avvalersi di questo strumento legislativo.

COS’È LA NORMA CALMIERATRICE
Per evitare che le imprese dovessero restituire tutti i benefici goduti, nel 1993 il legislatore, modificando l’articolo 6, comma 10, del decreto legge 338 del 1989, introdusse una norma calmieratrice: la perdita dei benefici sarebbe stata proporzionale alla inadempienza riscontrata. Accertata, per esempio, una minore retribuzione versata ai dipendenti di 5 euro mensili, l’azienda, per quel mese, avrebbe perso 5 euro di sgravi (più le sanzioni). D’ora innanzi la norma, come detto, potrà essere applicata anche alle imprese agricole.

LA SODDISFAZIONE
«Un risultato davvero importante per l’agricoltura nazionale e per quella pugliese in particolare», commenta Umberto Bucci, presidente della Confagricoltura di Puglia. «Sono moltissime – ricorda – le ispezioni dell’Inps che, soprattutto nella nostra regione, si sono concluse con addebiti da capogiro. Nel caso deciso dal Tribunale di Taranto, per esempio, un verbale ispettivo superiore a 450mila euro di addebiti si è ridotto a circa 31mila». Il contenzioso è stato seguito dallo studio legale Stolfa Martinelli-De Benedittis del Foro di Trani, vicino sul piano professionale a Confagricoltura e Apeio, associazione che rappresenta le aziende ortofrutticole.
«La mancata applicazione della norma calmieratrice anche al settore agricolo da parte dell’Inps, oltre che errata sul piano giuridico – dice ancora in conclusione Bucci – è insostenibile su quello politico economico: non c’è alcuna ragione, infatti, per essere così severi, proprio in questo momento di crisi, con le aziende “verdi” che non rappresentano certo il segmento più forte del nostro sistema produttivo».

Da: La Gazzetta del Mezzogiorno, 5 ottobre 2012

 

Articolo

Sentenza del Tribunale di Taranto n. 6024 del 25 settembre

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