Consorzi, servono 300 mln per risolvere conflitto che frena l’economia pugliese

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La crisi che affligge i consorzi di bonifica in Puglia si sta trasformando in una vera e propria emergenza, e l’urgenza di agire è ormai ineludibile. L’allarme viene nuovamente lanciato con fermezza da Confagricoltura Puglia che sottolinea la gravità della situazione, affermando che la Regione Puglia deve trovare il modo di accantonare l’ingente somma necessaria per risolvere un conflitto (quello tra agricoltori e Consorzi commissariati) che frena l’economia regionale.

“È cruciale che tutti gli amministratori della Regione Puglia – presidente, assessori e consiglieri – comprendano che stanziare fondi minimi per i consorzi di bonifica commissariati equivale essenzialmente a mantenere l’attività ordinaria, come il pagamento degli stipendi, senza affrontare la problematica strutturale. L’allocazione di 3 milioni di euro ora, e 13 milioni complessivamente nel 2023, non risolve il problema di fondo e potrebbe addirittura peggiorare la situazione degli enti consortili in crisi”, evidenzia Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia.

Attualmente, il 90% della rete di difesa idraulica (canali), essenziale per la tutela dei territori, è in condizioni critiche e richiede interventi straordinari. Questa rete, gestita dai consorzi ma di proprietà della Regione Puglia, necessita di un ripristino che, secondo stime degli uffici tecnici dei consorzi stessi, richiederebbe almeno 300 milioni di euro.

“Parliamo di una rete di oltre 2.000 chilometri – sottolinea –  che dovrebbe proteggere città e campagne dal rischio di inondazioni. I consorzi di bonifica potrebbero svolgere un ruolo chiave nella difesa dal pericolo idrogeologico. Le risorse necessarie dovrebbero provenire dal bilancio della Giunta e del Consiglio regionale senza gravare esclusivamente sugli agricoltori e i proprietari all’interno dei consorzi. Mentre, i cittadini consorziati sono già tenuti a pagare solo per la manutenzione ordinaria delle opere. È fondamentale distinguere la manutenzione ordinaria dal progetto di nuove opere idrauliche. Al momento, la manutenzione ordinaria è discutibile considerando lo stato critico della rete, e viene finanziata tramite tassazioni ingiuste sui proprietari degli immobili nei consorzi di bonifica”

Sono passati 23 anni durante i quali i Consorzi sono stati gestiti dalla politica pugliese, ma questo periodo è stato utilizzato male. Per Confagricoltura è arrivato il momento di agire per uscire da questa situazione: la Giunta e il Consiglio regionale devono trovare le risorse finanziarie (almeno 200 milioni di euro secondo gli uffici tecnici dei consorzi) per avviare un piano di rifunzionalizzazione delle opere di difesa idraulica; è necessario modificare la legge n. 1 del 2017 affinché si preveda la costituzione di almeno due consorzi e tempi più lunghi per arrivare all’autogoverno; avviare un piano di rifunzionalizzazione delle infrastrutture di difesa idraulica primarie e secondarie che si concluda in tempi ragionevoli; la Giunta regionale deve adottare rapidamente i piani generali di bonifica e riprendere la gestione degli acquedotti rurali e delle dighe, che attualmente gravano pesantemente sui consorzi di bonifica commissariati, danneggiando i cittadini residenti nei comprensori consortili; è necessario dotarsi di nuovi piani di classifica che correggano i precedenti totalmente errati.

“Solo dopo aver compiuto queste azioni – conclude il presidente di Confagricoltura Puglia –  si potrà valutare l’affidamento dei consorzi ai rappresentanti dei consorziati, coinvolti sulla base dei nuovi piani di classifica. Fino a quel momento, l’onere imposto ai cittadini nei consorzi di bonifica servirà solo a sostenere l’operatività minima degli enti, senza fornire una reale difesa idraulica del territorio. Ignorare questa situazione sarebbe irresponsabile per la politica regionale”.

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