Un ponte tra Confagricoltura e l’ambasciata d’Israele in Italia per l’innovazione in agricoltura

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Si intensifica la collaborazione tra l’Ambasciata d’Israele e Confagricoltura per favorire i rapporti tra Gerusalemme e Roma nel settore agricolo, all’insegna della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica delle imprese dei due Paesi.

In quest’ottica si inserisce la serie di webinar che illustrano agli imprenditori di Confagricoltura le novità su cui stanno lavorando alacremente i ricercatori e le start up israeliani, per l’evoluzione dell’agricoltura 4.0.

La prima web conference è stata dedicata al tema della ‘shelf life’ dei prodotti agricoli, con le ultime novità israeliane su genetica, rivestimenti, imballaggi ad atmosfera modificata, buste protettive, che permettono di allungare notevolmente la vita dei prodotti agricoli.

Il tema della durata dei prodotti freschi è di grandissima attualità. Il nostro Centro Studi ha calcolato che se si riuscisse, con una migliore shelf-life, ad aumentare anche solo dell’1% il valore della metà della produzione agroalimentare nazionale, si avrebbe un incremento complessivo di giro di affari di 1 miliardo di euro l’anno per gli operatori. Ma intervenire sulla durabilità dei prodotti agricoli è importante anche per evitare gli sprechi alimentari e per favorire l’export di ortofrutta ad alta deperibilità quali, ad esempio, fragole e frutti di bosco.

“Con lo Stato di Israele e la sua Ambasciata in Italia c’è un’importante collaborazione che è culminata in un protocollo d’intesa – dichiara Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – Abbiamo più volte tenuto incontri nei due Paesi e visitato il ‘Volcani Center-Agricultural Research Organization – A.R.O.’, uno dei più rinomati centri di ricerca agricola al mondo. Vogliamo che le nostre imprese siano protagoniste del cambiamento: con l’avanzato know how israeliano possono esserlo ancora di più”.

“Tra l’agroalimentare italiano e le tecnologie israeliane – aggiunge Michal Gur-Aryeh, portavoce dell’Ambasciata di Israele in Italia – c’è una naturale complementarità che, opportunamente messa a frutto dalla collaborazione tra i due Paesi, sarà in grado di apportare un vantaggio competitivo ai prodotti della filiera tricolore”.

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