Nuova PAC, Bucci: «Ancora molti punti interrogativi»
Sono ancora molte le incertezze connesse alla riforma della Politica Agricola Comune, ormai in dirittura d’arrivo dopo l’accordo politico dello scorso 26 giugno e i negoziati in corso sui punti rimasti fuori dall’accordo.
È questa l’opinione del Presidente di Confagricoltura Puglia, Umberto Bucci, intervenuto stamattina all’incontro con la Commissione agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, svoltosi presso il CIHEAM-IAM di Valenzano: «Anche se i testi ufficiali sui quattro
regolamenti della riforma saranno approvati entro la fine dell’anno, la nuova Pac, nell’ipotesi più plausibile, sarà in vigore a partire dal 1 gennaio 2015. Non bisogna però dimenticare che nel 2014 si procederà al rinnovo del Parlamento Europeo attraverso nuove votazioni, con la possibilità che la nuova Commissione possa stravolgere l’attuale impianto della riforma».
Ma le perplessità del presidente Bucci, sul futuro del sostegno europeo al comparto agricolo, coinvolgono anche la sfera nazionale. «L’agenzia per la coesione territoriale, istituita con decreto del 26 agosto scorso dalla Presidenza del consiglio dei Ministri, porta sotto la sua direzione la gestione dei cento miliardi di euro dei fondi di sviluppo e coesione del periodo 2014-2020. Questa agenzia ha tutto il sapore di tradursi in un’ulteriore sovrastruttura di livello nazionale, che genererà sprechi di risorse ed ulteriore burocrazia, senza portare benefici alcuni alle aziende».
L’Agenzia, peraltro, istituita nel quadro del decreto legge sulla pubblica amministrazione, potrà, in alcuni casi ben definiti, anche svolgere compiti diretti di autorità di gestione tanto per progetti sperimentali, quanto nell’ipotesi di gravi inadempienze e ritardi di alcune autorità di gestione dei programmi, nei riguardi dei quali potrà assumere anche poteri sostitutivi.
Infine, a livello pugliese, Bucci richiama l’incoerenza degli ultimi provvedimenti regionali in tema di indici di congruità in agricoltura. «L’orientamento generale, condiviso a tutti i livelli, vede nell’innovazione tecnologica, e di riflesso nella riduzione dei costi della manodopera, una chiave di volta per il miglioramento della competitività delle aziende agricole. La Regione Puglia, invece, attraverso la recente introduzione degli indici di congruità, impone, di fatto, alle aziende dei limiti di impegno minimo di manodopera. Pur condividendo senza alcuna riserva le finalità del provvedimento, di contrasto al lavoro non regolare anche in agricoltura, si tratta chiaramente di una contraddizione, che crea ulteriori ostacoli a tante aziende agricole che invece operano con enormi sforzi nella legalità, confrontandosi quotidianamente con le sfide dei mercati». «Sono necessari nuovi interventi», conclude Bucci, «per correggere il sistema degli indici di congruità attraverso un concreto confronto con il mondo agricolo affinchè questo sistema non si traduca in un grave freno allo sviluppo dell’intero settore nella nostra regione».