L’olio come il vino: riconosciuto l’oleoturismo
L’olio come il vino è diventato turismo e può beneficiare di agevolazioni fiscali. La manovra 2020 ha esteso dal 1° gennaio di quest’anno disposizioni della legge di bilancio 2018 relative all’attività di enoturismo anche a quelle di oleoturismo. Anche per questo comparto sono previste quindi le stesse agevolazioni della legge 27 dicembre 2017 n. 205, che ha regolamentato per la prima volta il settore del turismo del vino.
Le attività di oleoturismo sono tutte quelle che aiutano a conoscere l’olio d’oliva nel luogo di produzione come le visite nei luoghi di coltivazione, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione dell’ulivo, nella degustazione e nella commercializzazione delle produzioni aziendali dell’olio d’oliva, anche in abbinamento ad altri alimenti, in iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito dei luoghi di coltivazione e produzione.
Entrando nel dettaglio dal 1° gennaio 2020, le disposizioni dei commi da 502 a 505 della legge n. 205 del 2017 (legge di bilancio 2018) contenute nell’articolo 1, – relative all’attività di enoturismo si applicano anche alle attività di oleoturismo.
In termini di agevolazioni significa che è in vigore la determinazione forfetaria del reddito imponibile, ai fini Irpef, con un coefficiente di redditività del 25 per cento e, a talune condizioni, il regime forfettario dell’Iva che consiste nella riduzione del 50% dell'imposta relativa alle operazioni imponibili (come detrazione forfetaria dell'Iva sugli acquisti e sulle importazioni).
I requisiti minimi per svolgere attività oleoturistica in azienda sono l’apertura anche stagionale per almeno due giorni alla settimana, la presentazione dell’iniziativa su internet per gestire la prenotazione delle visite. Altro requisito l’affissione, all’interno dell’azienda, di un cartello che riporti, la denominazione dell’azienda, l’eventuale marchio distintivo dell’attività oleoturistica, gli orari di apertura, i servizi offerti e le lingue parlate. Occorre anche posizionare una segnalatica di indicazione dei parcheggi in azienda e fuori-azienda. Ai visitatori sarà distribuito materiale informativo sull’azienda e sui prodotti e sulla zona di produzione, anche in collaborazione con gli enti di promozione turistica. Sono necessari, inoltre, spazi dedicati per l’accoglienza dei visitatori, la degustazione e la commercializzazione dell’olio con personale addetto. Per iniziare l’attività oleoturistica è sufficiente presentare al Comune la segnalazione certificata di inizio attività (Sia).
L’Italia quest’anno è ancora lontana dalla sua media produttiva dovrebbe aver prodotto 330mila tonnellate di olio extravergine, mentre la Spagna l’anno scorso ne ha prodotte quasi 1,8 milioni di tonnellate.
Le attività di oleoturismo sono tutte quelle che aiutano a conoscere l’olio d’oliva nel luogo di produzione come le visite nei luoghi di coltivazione, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione dell’ulivo, nella degustazione e nella commercializzazione delle produzioni aziendali dell’olio d’oliva, anche in abbinamento ad altri alimenti, in iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito dei luoghi di coltivazione e produzione.
Entrando nel dettaglio dal 1° gennaio 2020, le disposizioni dei commi da 502 a 505 della legge n. 205 del 2017 (legge di bilancio 2018) contenute nell’articolo 1, – relative all’attività di enoturismo si applicano anche alle attività di oleoturismo.
In termini di agevolazioni significa che è in vigore la determinazione forfetaria del reddito imponibile, ai fini Irpef, con un coefficiente di redditività del 25 per cento e, a talune condizioni, il regime forfettario dell’Iva che consiste nella riduzione del 50% dell'imposta relativa alle operazioni imponibili (come detrazione forfetaria dell'Iva sugli acquisti e sulle importazioni).
I requisiti minimi per svolgere attività oleoturistica in azienda sono l’apertura anche stagionale per almeno due giorni alla settimana, la presentazione dell’iniziativa su internet per gestire la prenotazione delle visite. Altro requisito l’affissione, all’interno dell’azienda, di un cartello che riporti, la denominazione dell’azienda, l’eventuale marchio distintivo dell’attività oleoturistica, gli orari di apertura, i servizi offerti e le lingue parlate. Occorre anche posizionare una segnalatica di indicazione dei parcheggi in azienda e fuori-azienda. Ai visitatori sarà distribuito materiale informativo sull’azienda e sui prodotti e sulla zona di produzione, anche in collaborazione con gli enti di promozione turistica. Sono necessari, inoltre, spazi dedicati per l’accoglienza dei visitatori, la degustazione e la commercializzazione dell’olio con personale addetto. Per iniziare l’attività oleoturistica è sufficiente presentare al Comune la segnalazione certificata di inizio attività (Sia).
L’Italia quest’anno è ancora lontana dalla sua media produttiva dovrebbe aver prodotto 330mila tonnellate di olio extravergine, mentre la Spagna l’anno scorso ne ha prodotte quasi 1,8 milioni di tonnellate.