I Conferenza Programmatica Piano di Azione Nitrati: fallimentare il bilancio del piano uscente
Si è svolta lo scorso venerdì 2 marzo la Prima Conferenza Programmatica relativa al Piano di Azione Nitrati della Regione Puglia. L’incontro ha dato avvio ai lavori di consultazione preliminare nell’ambito della procedura di Valutazione Ambientale Strategica che accompagna la revisione del Piano di Azione.
L’evento è stato seguito con attenzione da Confagricoltura Puglia, invitata a presenziare in qualità di soggetto pubblico interessato.
All’incontro moderato dall’Ing. Roberto De Petro hanno partecipato l’Assessore alle Opere Pubbliche della Regione Puglia, Fabiano Amati, il Direttore dell’Area Politiche per la riqualificazione, la tutela e la sicurezza ambientale e per l’attuazione delle opere pubbliche – Autorità Ambientale, Antonello Antonicelli, il Dirigente del Servizio Tutela delle Acque, Maria Antonia Iannarelli, il Dirigente dell’Ufficio Programmazione e Regolamentazione, Marianna Pedalino e Vito Felice Uricchio del CNR-IRSA.
Dopo il saluto introduttivo dell’assessore Amati, la parola è passata alla dott.ssa Iannarelli che ha illustrato lo stato dell’arte della normativa e le azioni intraprese dalla Regione in merito all’applicazione della direttiva nitrati in Puglia. La dirigente ha concluso il suo intervento evidenziando il bilancio fallimentare del quadriennio di applicazione del primo Piano di Azione Nitrati. A quattro anni dall’adozione del piano, la situazione è rimasta immutata: i controlli effettuati hanno indicato livelli di concentrazione di nitrati praticamente identici a quelli rilevati prima della sua applicazione. Le probabili cause sono da ricercare, secondo la Iannarelli, nell’inefficacia delle misure, nella inadeguatezza del piano di comunicazione o nella mancata applicazione del piano d’azione.
A seguire, la dott.ssa Pedalino, nel confermare il trend negativo evidenziato dai dati provvisori del programma di monitoraggio del primo piano di azione, ha descritto le procedure per la sua revisione. Il nuovo piano d’azione sarà stavolta accompagnato dalla Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
Ha chiuso le relazioni Felice Uricchio, che ha fornito un quadro generale delle vicende che hanno accompagnato la costruzione del primo piano di azione nitrati, mettendo in risalto l’enorme contributo che l’agricoltura può apportare per la riduzione dell’inquinamento da nitrati.
Nella seconda parte della giornata sono intervenuti diversi esponenti del mondo universitario e della ricerca.
Il prof. Vito Laudadio, dell’Università di Bari, ha evidenziato come iniziative di ricerca volte alla riduzione della quantità di azoto nelle deiezioni abbiano dato riscontri positivi, con abbattimenti anche del 50-60%. il controllo del carico di azoto, ad esempio attraverso la gestione razionale dell’alimentazione animale, consentirebbe così di evitare la riduzione del numero dei capi allevati per superficie destinata agli allevamenti.
Il prof. Pasquale Montemurro della Facoltà di Agraria di Bari ha evidenziato il possibile contributo dell’inerbimento nelle colture arboree, che occupano la maggior parte della superficie agricola pugliese, per il contenimento della lisciviazione dei nitrati in falda.
La prof.ssa Fidelibus del Politecnico di Bari ha auspicato l’organizzazione di una task force da parte della Regione Puglia per la trattazione della problematica, senza quella parcellizzazione delle competenze finora attuata, che non ha luogo di esistere, secondo la docente, per problematiche complesse come quelle ambientali.
Unanimi, nel considerare dubbie le responsabilità dell’agricoltura circa i livelli di nitrati riscontrati negli acquiferi pugliesi, il prof. Schiavone, presidente Assoco di Puglia, il dott. Ventrella, ricercatore del CRA di Bari, il dott. Francesco Bellino, pedologo della Regione Puglia e il prof. Angelo Caliandro della Facoltà di Agraria di Bari. Nei loro interventi hanno evidenziato il carattere estensivo degli allevamenti pugliesi, la riduzione negli ultimi anni dell’utilizzo di fertilizzanti azotati a causa dell’impennata dei prezzi, le caratteristiche pedoclimatiche pugliesi che renderebbero improbabile la penetrazione dei nitrati di origine agricola in falda e la presenza di situazioni puntuali di origine extra agricola (presenza di depuratori o scarico in falda di reflui urbani) quale possibile causa dei livelli anomali di nitrati.
Più volte durante la giornata è stata ribadita la necessità di un maggiore coinvolgimento da parte degli agricoltori, destinatari e principali attori del Piano di Azione. Lo stesso concetto è stato sottolineato, a chiusura della giornata, da Antonello Antonicelli della Regione Puglia che ha auspicato una partecipazione più efficace degli agricoltori, invitando le associazioni di categoria a stabilire un rapporto più serrato sul tema con gli uffici regionali.