Confagricoltura Puglia: Xylella, senza altri 700 milioni si ferma la rigenerazione del Salento
Per andare incontro alle esigenze degli agricoltori che stanno reimpiantando olivi resistenti alla Xylella fastidiosa servono i 44 milioni di euro già intercettati, ai quali però vanno aggiunti subito altri 700 milioni di euro: è quanto emerso dall’incontro organizzato da Confagricoltura Puglia che si è tenuto a Lecce nella sede dell’unione provinciale e al quale hanno preso parte l’assessore all’agricoltura della Regione Puglia Donato Pentassuglia, il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro e il presidente di Confagricoltura Lecce Maurizio Cezzi. L’assessore all’agricoltura ha evidenziato che oltre un mese fa la Regione Puglia ha richiesto al Ministero dell’agricoltura 700 milioni per la rigenerazione del territorio, un fondo che non è stato ancora sbloccato del tutto.
La riunione si è tenuta a conclusione di una giornata intensa partita con un tour in alcune aziende che hanno già iniziato a reimpiantare gli ulivi e stanno avendo i primi risultati.
“I dati in nostro possesso parlano chiaro – ha detto Lazzàro – a 8 anni dalla prima segnalazione ufficiale di focolai (ottobre del 2013 a Gallipoli e Alezio) la Xylella si è propagata velocemente e, ad oggi, ha colpito circa 150mila ettari di oliveto nelle province di Lecce, Brindisi e parte del Tarantino. Facendo un conteggio, sulla base delle ore di lavorazione che richiedono gli impianti di olivi, si sono persi circa 33mila posti di lavoro. La Puglia produce il 50% dell’olio italiano, quello che è avvenuto nel Salento è dunque una devastazione paesaggistica, produttiva e sociale”.
Il sistema olivicolo pugliese ha un peso importantissimo sul totale dei lavoratori e delle giornate agricole dell’intero settore. “La comunità salentina – ha concluso il presidente di Confagricoltura Puglia – nel corso degli ultimi anni è rimasta senza la sua principale produzione agricola. Per questo è necessario sbloccare tutte le risorse necessarie a rilanciare l’economia del territorio e bloccare la corsa del batterio che circola già nel sud Barese”.
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