Commercio estero, Confagricoltura: nell’anno dello stop, il made in Italy agroalimentare traina la ripresa
L’agroalimentare nazionale ha retto ed ha migliorato le sue posizioni all’estero, nel 2020, l’anno più difficile per i mercati globali, con le chiusure delle frontiere, con il lockdown, con i provvedimenti sanitari che frenavano pure la libera circolazione delle merci. L’agricoltura e l’agroalimentare adesso hanno il compito di fare da traino al made in Italy nel suo complesso. Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dati dell’Istat sul commercio estero nel 2020.
Nell’“anno dello stop” – fa presente Confagricoltura – c’è stato un balzo avanti dell’export agroalimentare che ha raggiunto, per la prima volta, la quota del 10% delle esportazioni complessive nazionali, con +1,7% rispetto ai risultati del 2019; ciò in controtendenza con gli altri settori che hanno registrato un calo dell’export complessivo, crollato di quasi il 10%. È un dato forse transitorio, se riprenderanno le esportazioni complessive, ma possiamo annotare con favore la tenuta del settore.
Confagricoltura poi pone in evidenza come il saldo commerciale agroalimentare sia positivo. Negli ultimi anni era già stato positivo il saldo dei prodotti trasformati, comprese bevande e tabacco, ma ora lo è – ed anche questa è una novità – quello dell’intera bilancia commerciale dell’agroalimentare, da sempre strutturalmente in deficit.
Ad avviso di Confagricoltura, quello registrato dall’agroalimentare nel 2020, è un risultato estremamente lusinghiero anche se dovuto essenzialmente al miglioramento del saldo dei prodotti trasformati, mentre il deficit dei prodotti agricoli rimane preoccupante intorno ai 7,5 miliardi di euro. Su questo fronte, per l’export di prodotti e materie prime agricole, occorre sicuramente uno sforzo particolare per incentivarli maggiormente.
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