Fermo attività del canale Horeca, una prima stima e le richieste di compensazione

Il documento di Confagricoltura. La sospensione delle attività prevista da lunedì 26 ottobre si può stimare incida per 2,5-2,8 miliardi di euro mensili di minori consumi.
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L’inopinato stop delle attività serali di ristorazione tramite pubblici esercizi ed altri canali (hotel, catering, mense etc.) determinerà inevitabilmente un calo del fatturato di queste attività e conseguentemente un arretramento degli acquisti di prodotti agroalimentari che alimentano tale catena.

Ad oggi si stimano consumi per il canale in questione pari ad oltre 80 miliardi di euro l’anno. Già quest’estate, alla ripresa dell’attività dopo la “fase due”, Ismea stimava una contrazione del fatturato di circa 34 miliardi.

La sospensione delle attività prevista da lunedì 26 ottobre si può stimare incida per 2,5-2,8 miliardi di euro mensili di minori consumi. Secondo alcuni dati della FIPE, gli alimenti che compongono prevalentemente la cena degli italiani fuori casa includono:

 

per i primi piatti:

  • Pasta per l’85% dei casi
  • Riso per il 34%
  • Cereali alternativi e minestre o vellutate per il 13%

 

per i secondi:

  • Carne nel 75% dei casi
  • Pesce nel 65%
  • Salumi per il 22%
  • Formaggi per il 20%

 

Si consumano poi notevoli quantità di prodotti ortofrutticoli, della panetteria, olio di oliva ed uova mentre il vino è presente nella metà dei casi in cui si cena fuori casa e consumato in bar, enoteche ed altri pubblici esercizi che saranno costretti ad interrompere in anticipo la somministrazione con gravi conseguenze sul proprio giro di affari.

 

Interventi

Questa complessa situazione richiede di intervenire adeguatamente per compensare le mancate vendite da parte dei produttori dell’agroalimentare agli operatori della filiera della ristorazione.

 

E’ quindi urgente prevedere:

  • Contributi a fondo perduto per gli operatori della filiera agroalimentare collegate al canale HoReCa ed erogati dall’Agenzia delle Entrate. Tali indennizzi devono essere svincolati dal requisito del calo di fatturato ed essere concessi a tutti gli operatori a prescindere dalla loro dimensione economica.
  • Un ulteriore esonero contributivo straordinario destinato agli operatori delle filiere colpite dal fermo delle attività. In questo caso si ritiene essenziale integrare tra i beneficiari anche la filiera dell’ortofrutta compresa la IV gamma e quella olivicolo-olearia nonché quella forestale e dell’arboricoltura da legno.
  • L’esonero straordinario di ogni pagamento di natura fiscale dovuto per il secondo semestre del 2020.
  • Il rinvio di tutti i pagamenti connessi ad ogni forma di indebitamento con banche, altri intermediari finanziari etc. Oltre il rinvio è necessario esonerare gli operatori interessati dal pagamento degli interessi dovuti sino al giorno dell’effettivo pagamento.
  • Un rilancio del fondo ristorazione che richiede ulteriori risorse al di là dei 600 milioni attualmente previsti ed anche una estensione dell’elenco dei prodotti ammessi in corso di definizione con il decreto attuativo e che devono ad esempio includere i prodotti della filiera dell’acquacoltura e della pesca.
  • Il rifinanziamento ed il rilancio dell’utilizzo dello strumento del pegno rotativo applicato a tutti i prodotti interessati.

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