“Pac, noi da sempre critici. Ognuno prenda le proprie responsabilità”
“Confagricoltura Puglia è da sempre critica sulla Pac. Sono circa tre anni che contestiamo con i fatti, anche sollecitando i nostri rappresentanti istituzionali al Governo e in Europa, questa politica agricola comune incapace di fare gli interessi dei produttori, e dei consumatori. Per noi, dunque, non è uno spot contestare la Pac, non è un repentino cambio di pensiero utile solo a salire sul carro della protesta. Siamo stati i primi a contestare la Pac perché coerenti con la missione che abbiamo ricevuto dagli agricoltori pugliesi: rappresentare i loro interessi su tutti i tavoli”, così Luca Lazzàro presidente di Confagricoltura Puglia sul tema che sta tenendo banco in questi giorni e che vede in piazza migliaia di agricoltori italiani che, sulla scia delle proteste di altri Paesi Ue, oggi vogliono soprattutto veder ridisegnata la politica agricola comune.
Alcuni esempi: basta scorrere la rassegna stampa dell’organizzazione degli agricoltori pugliesi per comprendere come da anni Confagricoltura è presente sul tema. Ad aprile del 2022 Confagricoltura Puglia sosteneva che “Pac, la Puglia faccia sistema in difesa dei settori trainanti”. Ma l’approccio critico nei confronti dell’Ue è persino precedente. A dicembre del 2021 Confagricoltura Puglia, durante un incontro con i parlamentari del territorio, sosteneva “questa Pac distrugge l’olivicoltura della Puglia, serve intervenire”, a novembre “Con questa Pac KO dell’olivicoltura. Interventi su stoccaggi oli”. Un mese prima: “In Puglia, la nuova Pac mette a rischio 90mila posti di lavoro nel settore olivicolo. Impostazione da rigettare in toto”.
Confagricoltura sarà a Bruxelles per un’Assemblea Straordinaria, convocata per il 26 febbraio, durante la quale verrà illustrata la visione dell’Associazione sul futuro dell’agricoltura e sulla nuova PAC.
La critica che Confagricoltura ha mosso nei confronti della riforma della PAC è stata sempre di natura strategica. Quando l’accordo tra le Istituzioni è stato raggiunto, solo la nostra Organizzazione dichiarò che si trattava di una riforma inadeguata rispetto alle esigenze di tutela del reddito agricolo e troppo complessa sul piano amministrativo. I fatti ci hanno dato ragione. Allo stato degli atti, la PAC resterà in vigore fino alla fine del 2026. Mentre a Bruxelles già è partita la discussione sulla prossima riforma, siamo al lavoro per ottenere tutti gli adattamenti possibili nell’ambito dell’assetto normativo vigente. Il primo risultato è già stato ottenuto con le recenti indicazioni ministeriali in materia di rotazione annuale obbligatoria dei seminativi. Su richiesta di Confagricoltura, presso il ministero dell’Agricoltura sono stati istituiti due “tavoli” – uno politico e l’altro tecnico – per passare in rassegna le risultanze del primo anno di applicazione della nuova PAC e concordare le opportune modifiche del Piano strategico nazionale.
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