CONFAGRICOLTURA PUGLIA E PSR: Il problema non si risolve smontando uno strumento che sta già dimostrando di essere efficace come i Gal a favore di misure che sono già sovradimensionate, ma rimettendo al centro le aziende che assumono e che lavorano in com
“Chi dice che i fondi a disposizione dei giovani imprenditori agricoli sono pochi, dice il falso”. Donato Rossi, presidente di Confagricoltura Puglia mette un punto fermo sulla polemica in atto sulla dotazione finanziaria delle misure del Psr. “Non giochiamo a spostare l’attenzione – afferma Rossi – Il problema del Psr non si risolve smontando uno strumento che sta già dimostrando di essere efficace come i Gal a favore di misure che sono già sovradimensionate, ma rimettendo al centro le aziende che assumono e che lavorano in comparti il cui sviluppo va sostenuto”.
La posizione di Confagricoltura Puglia è chiara. E punta a stigmatizzare come “inutili e dannose” affermazioni destinata soltanto “a far perdere altro tempo e a confondere le acque”. “Errori ne sono stati commessi – dice il presidente Rossi – fin dalla sottoscrizione dei documenti usciti dal tavolo di partnerariato, ma Confagricoltura non ha mai mancato di segnalarli e di chiedere correttivi in costanza di applicazione del Psr”.
Una fase di revisione dell’intero Piano di Sviluppo Rurale è diventata evidentemente necessaria, anche alla luce dei ricorsi e della insoddisfazione generata dalla gestione di alcune misure. “Ma l’attenzione in un passaggio del genere deve essere altissima – afferma il presidente di Confagricoltura – perché a questo punto ogni errore può costarci carissimo”.
Sul tavolo della polemica è stato posto il problema della dotazione finanziaria delle misure destinate ai giovani agricoltori. “È opportuno ricordare – spiegano i tecnici della Federazione – che la misura 6.1 per i giovani agricoltori attivi, il cosiddetto Pacchetto giovani, comprende la misura 4.1.B per gli investimenti, la 6.4 per la diversificazione e la 3.1 per le certificazioni di qualità. La Regione ha deciso di mettere a bando 60 milioni di euro sulla misura 6.1 che, a seguito delle circa 1.000 domande finanziabili, ha prodotto il trascinamento di circa 180 milioni di euro per la sola 4.1.B: esattamente il 150% della dotazione del bando della misura 4.1.A per le aziende agricole non giovani”. In sostanza, se si considera che le aziende giovani rappresentano il 7% della PLV (Produzione Lorda Vendibile) agricola, la dotazione a loro disposizione è priva di una giustificazione. “Dare il 150% delle risorse per gli investimenti ai giovani rispetto alle aziende senior, questo sì è il vero scandalo”, dice Donato Rossi.
Sempre secondo le elaborazioni della struttura tecnica di Confagricoltura Puglia, guidata da Gianni Porcelli, “con questi livelli di aiuti, ai giovani andrebbe il 13% delle risorse di tutto il Psr e il 47% di tutta la misura 4 (ovvero il 56% della misura 6.1).
Finanziando ulteriormente le aziende guidate da giovani, si finirà dunque per condannare le aziende agricole senior (che pur rappresentano il 93% della PLV e sono già capaci di generare ricchezza, occupazione e ulteriori investimenti) ad aspirare solo a una parte residuale dei fondi.
E poi c’è la questione Gal. “I Gal non si toccano – dice il presidente di Confagricoltura – Sono l’unico strumento del Psr che ad oggi è veramente operativo. Sono fondamentali per le aziende, alle quali garantiscono opportunità di diversificare il proprio business attraverso la multifunzionalità, e per i territori rurali, per i quali rappresentano il necessario ed innovativo strumento di governance”.
La proposta di Confagricoltura è chiara. “Siamo tutti d’accordo che la priorità sia rappresentata dalle aziende agricole e dal loro sviluppo – dice Donato Rossi – A questo punto dovremmo ritornare al tavolo di partnerariato, con l’obiettivo di stringere quanto più possibile le spese, ridestinare i fondi a disposizione in modo più utile e attingere anche ad altri capitoli di finanziamento, favorendo quelle misure in grado di avere effetti tangibili sulle imprese”.
Misura per misura si potrebbero individuare le storture create dal sistema. Della misura 10, per esempio: 185 milioni di euro di budget complessivo per strumenti privi di reale impatto sullo sviluppo dell’agricoltura pugliese. O della misura 11 (pagamento per gli impegni derivanti dall’agricoltura biologica): 208 milioni di risorse, per un comparto che rappresenta appena il 3% del totale dell’agroalimentare (dato 2016). Insieme le due misure coprono il 25% di tutte le risorse del Psr.
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