Assemblea Confagricoltura, Giansanti: “Cucina italiana Patrimonio UNESCO è riconoscimento anche per il lavoro degli agricoltori”

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“Un riconoscimento atteso, ma non scontato, che è motivo di orgoglio e di celebrazione per tutti gli italiani”. L’annuncio ufficiale della cucina italiana patrimonio Unesco arriva durante l’assemblea di Confagricoltura, al Teatro Argentina di Roma. “Un riconoscimento che va pure a noi agricoltori che garantiamo la produzione primaria. Ora più che mai dobbiamo fare squadra con tutta la filiera agroalimentare, che ha già ottenuto risultati straordinari, grazie anche all’impegno delle nostre istituzioni, e che può dare ancora di più se supportata da una visione ambiziosa”.

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta il traguardo ottenuto dall’Italia e, nella sua relazione, si sofferma sulla necessità di uno sforzo a livello europeo per proteggere le produzioni agricole. Sforzo che si traduce in una politica agricola comune adeguata ai tempi e alla necessità di garantire stabilità economica, sicurezza alimentare, reddito alle imprese: “Oggi, qui a Roma, nel cuore della città, noi lanciamo una sfida. All’Europa non chiediamo solo regole, chiediamo una visione nuova, che unisca sostenibilità e reddito, sicurezza alimentare e transizione energetica, innovazione e lavoro di qualità. Per costruire questa Europa serve un’alleanza nuova. Agricoltori, finanza, energia, previdenza, assicurazioni, lavoro, ambiente”.

Ed è per questo che il 18 dicembre Confagricoltura parteciperà alla grande manifestazione di protesta degli agricoltori europei a Bruxelles: “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura, – aggiunge Giansanti – mentre in altre parti del mondo si stanziano risorse importanti a difesa degli agricoltori. Noi invece stiamo assistendo a un disarmo sul settore primario”.

I numeri che accompagnano questo scatto di orgoglio ci sono: la filiera agroalimentare rappresenta il 15% del Pil e l’export ha superato i 70 miliardi. “Ma oggi è diminuita la capacità di spesa dei consumatori e anche noi dobbiamo difendere il nostro comparto. Proteggere l’agricoltura significa proteggere l’identità del nostro Paese. Come associazione dobbiamo andare oltre, farci carico del cambiamento per costruire modelli nuovi, allargando i nostri orizzonti”.

Parole che il presidente dell’ICE, Matteo Zoppas, riprende nel suo intervento in cui ricorda il grande lavoro per la candidatura della cucina italiana e l’impegno dell’Agenzia sulla promozione internazionale.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso elogia l’enogastronomia e il suo ruolo quale emblema di eccellenza, di stile e di qualità italiana, oltre che di attrattività.

Tra i prodotti simbolo del Made in Italy a tavola ci sono il vino e l’olio. Matteo Lunelli, presidente e AD delle Cantine Ferrari, dice che questo è un momento storico ricco di sfide e che il vino italiano riuscirà a vincere la sfida dei dazi.

Angelo Mastrolia, presidente di NewPrinces, pone l’accento sul valore delle filiere, affermando che non devono essere solo alleate sulla carta, ma devono condividere valori e obiettivi.

Per Marzia Varvaglione, presidente del CEEV, mai come in questo periodo occorre difendere il valore della competitività delle imprese, senza dimenticare il dialogo con altri professionisti, anche del mondo della nutrizione, per arrivare ai giovani parlando il loro linguaggio.

Sara Farnetti, nutrizionista e presidente di Agronetwork, invita, a proposito, a un dialogo più fitto tra l’agricoltura e il consumatore finale, che è interlocutore fondamentale.

E a proposito di consumi, Zefferino Monini, presidente e AD dell’azienda Monini, ricorda come in Italia siano in aumento quelli di olio extravergine di oliva, ma a fronte di un calo della produzione e di un gap che occorre recuperare, investendo sulla comunicazione della qualità italiana.

Affermazione condivisa dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, che ha chiuso la mattinata ricordando l’impegno, anche economico, del governo per il settore primario: 15 miliardi in tre anni. Una centralità che per il ministro deve essere riconosciuta dall’Europa, nata proprio ponendo al centro l’agricoltura e che oggi non difende a sufficienza le sue produzioni.

All’assemblea è intervenuto anche il Cardinale Gianfranco Ravasi (Cortile dei Gentili), ricordando il valore della terra che è una “creatura vivente”, invitando la platea a riscoprirne la sacralità attraverso il Giubileo, coltivandola e custodendola con l’opera dell’uomo.

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